Disturbo d'ansia generalizzata

Inquadramento del disturbo d'ansia generalizzata
Nel linguaggio comune il termine "ansia" viene spesso usato in modo improprio, riferendosi a generiche condizioni di apprensione, nervosismo e stress, molto comuni nella vita quotidiana, che nulla hanno a che vedere con il disturbo psichiatrico vero e proprio.

L'ansia patologica non è un semplice disagio transitorio, ma una reazione abnorme che interferisce seriamente con le prestazioni psico-intellettive, impedendo di fissare la mente su problemi e situazioni specifiche e di elaborarli, limitando la possibilità di svolgere le attività abituali.
Il disturbo d'ansia generalizzata non insorge necessariamente in risposta a stimoli esterni, anche se eventi stressanti o un ambiente complessivamente sfavorevole possono slatentizzarne o aggravarne le manifestazioni. Proprio come la
depressione, l'origine del disturbo d'ansia è legata all'alterato funzionamento di alcuni circuiti cerebrali, non ancora del tutto noti, ma che almeno in parte coinvolgono il sistema della serotonina e della noradrenalina.

Il disturbo d'ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili. A soffrirne sono soprattutto le donne (colpite con una frequenza doppia rispetto agli uomini), i bambini e gli anziani (specie se affetti da malattie croniche).

 

Fattori che aumentano la probabilità di sviluppare un disturbo d'ansia
•    Essere donne.
•    Aver vissuto esperienze traumatiche o aver assistito a eventi drammatici durante l'infanzia.
•    Soffrire di malattie croniche (in particolare, cardiache, respiratorie, digestive e metaboliche) o l'aver sperimentato una patologia grave (per esempio, un tumore).*
•    Essere stati esposti a una fonte di stress acuto intenso o a stress più modesti, ma ripetuti/protratti nel tempo.
•    Avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione.
•    Predisposizione su base genetica.
•    Assunzione di sostanze (alcol, droghe, farmaci, caffeina, nicotina, estratti fitoterapici ecc.) che tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all'ansia.**
* In questo caso, si parla di "Disturbo d'ansia dovuto a un'altra condizione medica".
** In questo caso, si parla di "Disturbo d'ansia indotto da sostanze o farmaci"

 

Sintomi e diagnosi
Contrariamente a quanto avviene nel caso della depressione, arrivare alla diagnosi di disturbo d'ansia generalizzata è abbastanza semplice perché i sintomi sono ben riconoscibili e il disagio sperimentato porta i pazienti a rivolgersi al medico in tempi relativamente rapidi. Oltre a sintomi psicologici, quali agitazione e irritabilità, la sindrome ansiosa si associa di norma a insonnia, alterazioni dell'appetito e a tutta una serie di manifestazioni fisiche caratteristiche (accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, aumento della sete, bisogno di muoversi in continuazione, gesti ripetitivi ecc.) che possono ridurre la qualità di vita in modo significativo.
In presenza di manifestazioni di questo tipo, per una prima valutazione generale si può far riferimento al medico di famiglia, ma per ottenere un corretto inquadramento del disturbo d'ansia, definirne con precisione la gravità e individuare la strategia terapeutica più adatta, è consigliabile rivolgersi a uno specialista.


Segni e sintomi psicofisici dell'ansia

  • Indolenzimenti e contratture muscolari, tendenza a serrare i denti sia durante il giorno (digrignamento) sia durante la notte (bruxismo), voce tremante.
  • Ronzii alle orecchie, visione confusa, vampate, dolori localizzati privi di evidenti cause organiche.
  • Tachicardia, palpitazioni, dolori al centro del torace, cali di pressione, polso irregolare.
  • Senso di costrizione e oppressione al petto, difficoltà respiratorie, sensazione di soffocamento.
  • Aumento della frequenza urinaria, disturbi del ciclo mestruale e del desiderio sessuale.
  • Difficoltà a deglutire, difficoltà digestive, mancanza di appetito, nausea, vomito, diarrea.
  • Cefalea, vertigini, aumento della sudorazione, vampate oppure pallore, riduzione della salivazione.
  • Preoccupazione costante o ricorrente, ingiustificata o per motivi futili, pessimismo.
  • Irritabilità, incapacità a rilassarsi, ipersensibilità agli stimoli e trasalimenti, facilità al pianto, fobie specifiche.
  • Insonnia con difficoltà ad addormentarsi o sonno interrotto da incubi, problemi di concentrazione, ridotta capacità di memorizzazione.

Per poter emettere una diagnosi di Disturbo d'ansia generalizzata, negli adulti devono essere presenti almeno tre sintomi psicofisici tra quelli elencati in aggiunta all'ansia e alla preoccupazione persistenti e non commisurate all'effettiva gravità degli eventi o prive di fattori scatenanti. L'insieme delle manifestazioni deve essere presente da almeno sei mesi, per gran parte del tempo. Nei bambini, è sufficiente un solo sintomo psicofisico aggiuntivo e la durata delle manifestazioni necessaria per la diagnosi può essere minore.


Trattamento del disturbo d'ansia generalizzata
Esistono molti modi per contrastare il disturbo d'ansia generalizzata: tecniche di rilassamento, terapia farmacologica e psicoterapia. Spetta al medico scegliere quello più adatto caso per caso, eventualmente combinandoli tra loro, in relazione alla gravità e alla durata del disturbo, alle caratteristiche e all'età del paziente, alla sua disponibilità a impegnarsi nel trattamento e alle attese rispetto agli esiti clinici.

Tecniche di rilassamento
Forme lievi di ansia e stress possono essere attenuate grazie a tecniche di rilassamento più o meno specifiche, che possono andare dai massaggi allo yoga, da un bagno caldo alla visualizzazione mentale guidata, da tecniche di respirazione profonda all'agopuntura. Ma anche l'ascolto della musica preferita, una nuotata o una passeggiata nella natura possono portare a miglioramenti significativi del livello di tensione.
Quando queste contromisure si rivelano insufficienti e lo stato di allerta si associa anche a disturbi del sonno, si può trovare un blando aiuto aggiuntivo in alcuni principi attivi di origine naturale in grado di influenzare positivamente la funzionalità dei circuiti nervosi che controllano le reazioni allo stress. Gli infusi di tiglio o camomilla, le tisane di malva, escolzia o valeriana, gli estratti di biancospino o passiflora e miscele di tutte le piante citate sono i rimedi "verdi" più collaudati e innocui per allentare la tensione e favorire il sonno. Se si sceglie di utilizzarli, però, meglio optare per preparati certificati venduti in farmacia e informare il medico prima di iniziare ad assumerli, soprattutto se si stanno già utilizzando farmaci contro l'ansia o per la cura di altre patologie, durante gravidanza e allattamento o se ad averne bisogno è un bambino.

Terapia farmacologica
Quando il medico ritiene che per contrastare la forma d'ansia presente sia necessario ricorrere ai farmaci, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i principi attivi più utili non appartengono alla classe dei tranquillanti, ma a quella degli antidepressivi, in particolare gli SSRI (inibitori del sistema di riassorbimento della serotonina). Gli SSRI sono farmaci ben tollerati e, di norma, non causano effetti collaterali rilevanti, ma per ottenerne i massimi benefici devono essere utilizzati seguendo attentamente le indicazioni del medico rispetto a dosaggi e tempi d'assunzione.
Per osservare un miglioramento dei sintomi ansiosi è necessario avere un po' di pazienza perché l'effetto ansiolitico degli SSRI non è immediato, ma compare in media dopo 2-4 settimane dall'inizio dell'assunzione. Ottenuto il beneficio, poi, il trattamento non va interrotto fintanto che il medico non lo ritenga opportuno. Generalmente, ciò avviene dopo alcune settimane o mesi. Per evitare effetti di rebound (ossia di riacutizzazione dei sintomi ansiosi), l'abbandono dei farmaci deve sempre avvenire in modo graduale, con progressive riduzioni della quantità assunta, ed essere monitorato dal medico.

Nella piccola quota di pazienti in cui il disturbo d'ansia è così intenso da meritare un intervento farmacologico dagli effetti tranquillanti immediati, il medico può prescrivere composti della classe delle benzodiazepine, da assumere per non più di 2-3 settimane insieme agli SSRI, in attesa che si manifesti pienamente l'azione di questi ultimi. Le benzodiazepine sono farmaci delicati da gestire, poiché associati a un certo numero di effetti collaterali e controindicazioni, oltre che alla possibilità di indurre assuefazione e dipendenza fisica e psicologica. Per evitare un peggioramento dell'ansia, l'interruzione del trattamento con benzodiazepine deve essere graduale, con progressive riduzioni di dosaggio.


Approccio psicoterapico
I farmaci sono molto utili per attenuare le manifestazioni acute del disturbo d'ansia e favorirne il superamento, ma per risolvere il problema a lungo termine è necessario effettuare anche un lavoro di elaborazione e adattamento allo stimolo ansiogeno, avvalendosi di un supporto psicologico. In questo contesto, la tecnica che ha dimostrato di riuscire a determinare i maggiori benefici è la terapia comportamentale indirizzata al "decondizionamento dallo stimolo ansiogeno", ossia a sciogliere il legame tra le situazioni critiche e la reazione ansiosa del paziente.
Questa strategia prevede che la persona ansiosa, anziché evitarli, si esponga gradualmente agli eventi ritenuti stressanti, li analizzi con l'aiuto dello specialista e li elabori in chiave positiva per far rientrare l'esperienza vissuta in un contesto di normalità e affrontarla meglio in occasioni successive. La terapia comportamentale è molto utile anche in caso di ansia "anticipatoria": una forma di ansia che insorge prima dell'esposizione a uno stimolo notoriamente disturbante e che spesso è indotta dall'aver vissuto esperienze fortemente traumatiche in situazioni analoghe in precedenza.

Interventi di supporto

  • Seguire ritmi di vita regolari.
  • Dormire un numero sufficiente di ore ogni notte.
  • Alimentarsi in modo sano.
  • Praticare attività fisica moderata ogni giorno.
  • Evitare eccessivi stress lavorativi e ritagliarsi piccole pause per rilassarsi durante la giornata.
  • Assumere tutte le terapie prescritte dal medico con regolarità, ai dosaggi indicati.
  • Evitare di bere alcolici e bevande a base di caffeina.
  • Non fumare o cercare di ridurre il numero di sigarette abituali.
  • Frequentare gruppi di auto-mutuo aiuto e condividere la propria esperienza con altre persone affette da un problema analogo.

Fonti

  • DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014
  • •    Mayo Clinic: www.mayoclinic.com/health/generalized-anxiety-disorder/DS00502
    •    Manuale Merck: www.msd-italia.it/altre/manuale/sez15/1871631b.html