Valutazione del comportamento alimentare
Valutazione del comportamento alimentare

 

ALIMENTAZIONE EMOTIVA

 

L’obesità rappresenta uno dei principali fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo di malattie croniche e di gravi disabilità.

La causa principale dell’obesità e del sovrappeso è lo squilibrio energetico tra le calorie assunte giornalmente, attraverso l’alimentazione, e le calorie bruciate attraverso il metabolismo e l’attività fisica.

Il recupero di un comportamento alimentare corretto è IMPORTANTE per ridurre i rischi per la salute. Vivere meglio e più a lungo. Per favorire un buono stato di salute è perciò importante innanzitutto, seguire una dieta equilibrata e allo stesso tempo, impegnarsi con regolarità nell’attività motoria. Queste sono tutte cose ben note. Tuttavia, le persone che hanno bisogno di perdere peso non riescono facilmente a metterle in pratica, perché è estremamente difficile per loro osservare fedelmente un regime alimentare corretto ed equilibrato, senza cadere nelle tentazioni. Considerando le numerose motivazioni psicologiche che possono stare alla base di un’assunzione esagerata di cibo tanto da raggiungere sovrappeso e obesità, potrebbe rivelarsi utile per una persona che desideri ritrovare un rapporto equilibrato con il cibo, intraprendere un percorso Psicologico.

Spesso, infatti, si ha poca consapevolezza dei sottili meccanismi psicologici che ruotano attorno ad un rapporto poco corretto con il cibo così come si possono conoscere a malapena i segnali fisici della fame e della sazietà. Si ha l’idea che restringere l’apporto calorico per un periodo di tempo sia la soluzione per raggiungere il “peso ideale” o “la forma ideale”, senza comprendere la necessità di cambiare le abitudini conquistando un nuovo stile alimentare e un nuovo atteggiamento verso il cibo, se si desiderano dei risultati duraturi.

Ci si mette “a dieta” o si consulta un dietologo senza aver analizzato accuratamente le motivazioni che inducono alla perdita di peso, o senza aver esplorato e affrontato cosa nascondesse il bisogno di mangiare oltremisura. Per queste e altre ragioni le diete falliscono nel 90% dei casi circa (Jannello, 2009). Spesso si pensa che la propria vita migliorerà nel momento in cui si saranno persi i chili superflui e che diventerà automaticamente più piacevole e gratificante. Coloro che convivono con una cattiva immagine del proprio corpo sono convinti che per ridurre l’insoddisfazione debbano modificare il proprio aspetto (Spalletta, 2010).

Per operare, però, dei cambiamenti nel proprio stile di vita tali da renderlo più gratificante occorre acquisire consapevolezza di pensieri, emozioni, atteggiamenti abituali poco funzionali, cattive abitudini, modalità rigide di fronteggiamento dei problemi e decidere di agire in modo diverso. Sono numerose le modalità di intervento nella gestione del peso e dell’obesità. Per raggiungere dei risultati con un programma dietetico è necessario apprendere nuove abitudini alimentari, modificare lo stile di vita per renderlo più attivo e prendere coscienza di tutte quelle emozioni che inducono a usare il cibo “come antidoto ad ansia, noia, stress” (Jannello, 2009).

Un intervento di Psicologico per la gestione del sovrappeso e dell’obesità lieve può aiutare il cliente nel suo percorso di dimagrimento, nella presa di coscienza delle proprie abitudini alimentari o di vita scorrette o nell’acquisizione di maggiore autoconsapevolezza nel proprio rapporto con il cibo. Nello specifico potrebbe consentire lo sviluppo dell’auto-accettazione e dell’autostima così come potrebbe aiutare il cliente a trovare un sano equilibrio tra il piacere e il dovere ma sarà utile per il cliente acquisire anche le abilità per rispondere alle situazioni problematiche (Spalletta, 2010). Progressivamente il cliente potrà disinvestire il cibo di tutta l’importanza che ha avuto fino a quel momento e potrà trovare nuovi canali in cui convogliare le sue energie e da cui trarre piacere e appagamento in un’ottica di cura di sé in modo globale. “…

 

Attraverso un percorso psicologico si potrà imparare ad affrontare questi pensieri disfunzionali. Un programma psiconutrizionale della durata di 6 settimane basato su esercizi pratici, compiti motivazionali, che aiutano la persona a migliorare la propria immagine, a modificare il proprio pensiero, comportamento, stile di vita, per arrivare così ad un ragionevole calo di peso, che verrà mantenuto nel tempo.

Il primo passo per superare la fame nervosa/ emotiva e’ ammettere di avere il problema.
Puo’ essere utile tenere un diario e ogni volta segnare:
-cosa si mangia
-quando si mangia
-perche’ abbiamo mangiato ( motivazione che ci ha portato a…)
-che pensieri, emozioni, abbiamo in quel momento o che cosa e’ accaduto per farci sentire cosi’. Se per esempio si e’ arrabbiati si puo’ parlarne con un amico o amica e sfogarsi, per essere ascoltati.

E’ utile valutare con una scala da 1 a 10 la fame.
Lo scopo del diario e’ di diventare consapevoli del proprio rapporto col cibo.

il secondo passo e’ imparare delle tecniche per gestire le proprie emozioni al di la’ del cibo.

E’ utile farsi aiutare per capire quali sono i propri bisogni profondi e perche’ pensiamo e sentiamo che l’unica maniera di soddisfarli e’ il cibo.

Puo’ essere rabbia, una delusione, poca stima di se’, solitudine, un periodo che abbiamo passato o stiamo passando troppo pesante ( una separazione, un lutto, il lavoro che non soddisfa, un rapporto affettivo che crea piu’ tensioni che gioia..),la sensazione di non farcela,di non essere all’altezza di…, di non piacere…

ANORESSIA

L’età di esordio è compresa tra i 12 ed i 25 anni di età, con un doppio picco di maggior frequenza a 14 e 18 anni di età, negli ultimi tempi sono stati diagnosticati casi a incidenza più tardiva, dopo i 20-30 anni.

Come capire se si è affetti da anoressia nervosa?

1. SEVERA PERDITA DI PESO

2. PAURA DI INGRASSARE

3. PREOCCUPAZIONE ESTREMA PER IL PESO E LE FORME CORPOREE

4. AMENORREA( mancanza di almeno tre cicli mestruali consecutivi)

Attualmente si riconoscono due sottotipi di anoressia nervosa:

  • Anoressia nervosa con restrizione
  • Anoressia nervosa con abbuffate/condotte di eliminazione.

Criteri diagnostici per

Anoressia Nervosa

. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di

autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.

. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi, o mestruo solo in seguito alla somministrazione di ormoni

Specificare i sottotipi:

Con restrizione: quando il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione.

Con abbuffate/Condotte di

Eliminazione: quando il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione.

INDICE DI MASSA CORPOREA (BODY MASS INDEX, o BMI)

Rappresenta il criterio sulla base del quale vengono distinti i vari DA (DISTURBI ALIMENTARI)

Esso è determinato dal rapporto tra peso espresso in Kg e quadrato dell’altezza espressa in metri BMI = W/ht2

DIETA AUTOINDOTTA

DIGIUNO

RESTRICTING EATING

EVITARE CIBI PROIBITI

DIETA CAMUFFATA (ad es., vegetariana)

EFFETTI DEL DIETING

PERCEZIONE INCONGRUA DEI SEGNALI

BIOLOGICI DI FAME E SAZIETA’

PESIERO COSTANTEMENTE CENTRATO SUL CIBO

ATTEGGIAMENTO VERSO IL CIBO

-      Preoccupazione nei confronti del cibo

-      Collezione di ricette, libri e utensili da cucina

-      Abuso di spezie, aceto e limone per condire

-      Abuso di the, caffè e bevande bollenti in genere

-      Masticazione continua di chewingum e caramelle

-      Preparazione di piatti elaborati per altri membri della famiglia

-      Ricorso a diete vegetariane

-      Abbuffate alimentari

MODIFICAZIONI COGNITIVE

-       Riduzione della concentrazione

-       Riduzione della capacità di giudizio

-      Apatia

MODIFICAZIONI DELL’UMORE

-       Depressione

-       Ansia, fobie e ossessioni

-       Irritabilità e labilità

-       Episodi “psicotici”

-       Riduzione dell’autostima e dell’autoefficacia

-      Isolamento sociale

Rituali alimentari nell’Anoressia Nervosa

-      Mangiare molto lentamente, fare piccoli bocconi

-      Sminuzzare e spezzettare il cibo

-      Pulire i cibi dal grasso, asciugare il condimento

-      Nascondere il cibo, fare scarti elevati

-      Usare spezie e aromi in quantità eccessiva

-      Bere elevate quantità di liquidi

-      Selezionare mentalmente e fisicamente la dose

-      Lasciare sempre qualcosa sul piatto

CAMBIAMENTI FISICI

-      Insonnia e disturbi del sonno

-      Astenia

-      Ipersensibilità al rumore e alla luce

-      Secchezza della cute, caduta dei capelli e lanugo

-      Disturbi gastrointestinali

-      Edemi

-      Ipotermia

-      Parestesie

-      Ridotto metabolismo basale

-      Amenorrea

-      Ridotto interesse sessuale

BULIMIA NERVOSA

CRITERI DIAGNOSTICI
(DSM IV; American Psychiatric Association, 1994)

  • Ricorrenti episodi di crisi bulimiche. Una crisi bulimica è definita dalle seguenti caratteristiche:
    - Introduzione in un definito periodo di tempo (per esempio di due ore) di una quantità di cibo che è decisamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e nelle stesse circostanze.
    - Sensazione di perdita del controllo su quello che si mangia durante l’episodio (per esempio la sensazione di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia)
  • Ricorrenti comportamenti compensatori inappropriati allo scopo di prevenire l’aumento del peso, come il vomito autoindotto, l’uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri o altri farmaci; il digiuno o l’eccessivo esercizio fisico.
  • Le crisi bulimiche e i comportamenti compensatori inappropriati avvengono entrambi, in media, almeno due volte alla settimana per tre mesi.
  • La stima di sé è eccessivamente influenzata dal peso e dalla forma del corpo
  • Il disturbo non si presenta esclusivamente durante episodi di Anoressia Nervosa

SOTTOTIPI

Con Condotte di Eliminazione(purging type): durante l’episodio bulimico considerato il soggetto presenta regolarmente vomito autoindotto, abuso di diuretici, lassativi o clisteri.

Senza Condotte di Eliminazione(non purging type): durante l’episodio bulimico considerato il soggetto presenta altri comportamenti compensatori inappropriati come il digiuno, l’eccessivo esercizio fisico, ma non presenta regolarmente vomito autoindotto, abuso di diuretici, lassativi o clisteri.