DAL TRADIMENTO ALLA RISCOPERTA DI SE'

 

E' UN TRAUMA CHE SEMINA RANCORI E INFELICITA' NELLA COPPIA. MA PUO' OFFRIRE L'OCCCASIONE PER SCOPRIRE LA PROPRIA VERA IDENTITA' E CIO' CHE PIU' SI DESIDERA

 

 

 

Prendiamo una coppia come tante, che sta insieme da diverso tempo. Non c'è nesssuna crisi evidente, frose solo un pò di routine,ma per il resto la situazione sembra buona e stabile.

 

Ad un certo punto però uno dei due tradisce ( si fa un'amante o si dà a sporadiche avventure) e l'altro finisce per scoprirlo.

 

E certamente un classico, ma non per questo meno sofferto. Anzi, le reazioni iniziali di chi viene tradito sono sempre molto intense, e in genere seguono schemi standard: ci sono sorpresa , paura, dolore delusione, disorientamento,rabbia, conflitto interiore sul da farsi: combattere per difendere il proprio rapporto da una possibile rottura oppure lasciar perdere e concludere tutto al più presto?

 

Resistere a denti stretti o prendersi rivincite immediate, resituendo il ben noto " pan per focaccia"?

 

In questa morsa di dubbi e di emozioni contrastanti si sviluppano di solito, comprensibilmente, comportamenti scomposti: scenate, pianti, fortissime gelosie, chiusure verso il mondo o, al contrario, coinvolgimento inopportuno di parenti e di amici Si può diventare cinici oppure ossessioanti dai movimenti del partner, dipendenti da ogni suo gesto o parola.

 

IL CAOS INIZIALE Questi momenti non danno mai risultati costruttivi: il caos interiore e di coppia aumenta,l'energia individuale diminuisce, il rapporto non può giocare le sue carte per potesi ritrovare. E' una fase necessaria, certo che tuttavia non deve durare troppo. Se infatti la persona riesce a trovare un pò di lucidità e ad osservare la situazione senza giudicare o disperarsi di continuo, dopo un pò di tempo può accadere qualcosa di inaspetttato, che non avrebbe ma creduto: si comincia a reagire e si comincia ad agire per se stessi, ad avere voglia di occuparsi di se stessi come si faceva prima. L'attenziona si sposta, abbandona il partner e si concentra sulla propria vita individuale, con curiosità e stupore.

LA TERAPIA DI COPPIA

 

La terapia di coppia, in questi casi, fornisce un adeguato spazio di contenimento ed elaborazione dei molteplici fattori che portano alla spaccatura della coppia. A volte il tradimento può costituire un elemento che, per quanto doloroso, permette una rinegoziazione delle regole all’interno del rapporto, aprendo nuovi canali comunicativi tra i partner e favorendo la tendenza ad attingere a nuove risorse del legame.

La relazione può fare un salto di qualità, sia nel caso in cui si decida di restare insieme, sia nel caso contrario. La terapia di coppia aiuta ogni membro ad esprimere le proprie autentiche esigenze e ad accogliere in modo nuovo quelle dell’altro, costruendo un rapporto basato su una reciprocità più genuina, fondata su scelta e responsabilità.

Ma in che modo nella pratica clinica si possono applicare questi assunti al cambiamento?

Ecco alcune istruzioni che consentiranno di valutare le vostre interpretazioni. L’applicazione dei principi della terapia cognitiva per il miglioramento e cambiamento della vita di coppia richiede una certa progressione. Di seguito quella che Beck chiama la terapia dei 9 passi. Ogni step comporta determinati esercizi che alle coppie sono utilissimi per affrontare le idee fuorvianti e frustranti.

PRIMO PASSO: COLLEGARE LE REAZIONI EMOTIVE AI PENSIERI AUTOMATICI. In questo caso è necessario individuare una reazione emotiva derivante da una situazione, allo scopo di determinare un collegamento tra le due cose. Quindi, attraverso la tecnica dell'ABC si evidenziano dei collegamenti che ai pazienti possono non essere immediati. Ad esempio: una moglie che si arrabbia o diventa ansiosa, o un marito che non torna a casa per tempo, sono situazioni assolutamente comuni, ma è l’interpretazione delle stesse che crea sentimenti ed emozioni non adeguate.

SECONDO PASSO: USARE L’IMMAGINAZIONE PER INDIVIDUARE I PENSIERI. Immaginare una scena, raffigurarsi una situazione può aiutare a portare alla luce una serie di pensieri automatici che potrebbero creare delle emozioni non del tutto comprensibili di primo acchito. Alla fine del processo immaginativo è utile inserire su un foglio diviso in due colonne i pensieri automatici (interpretazioni) avute durante la visualizzazione della scena e le emozioni derivate. Quindi, bisogna rileggere quanto scritto per rendere consapevoli se stessi dei propri pensieri.

TERZO PASSO: ESERCITARSI AD INDIVIDUARE I PENSIERI AUTOMATICI. Concentrandosi, si possono individuare i pensieri automatici nel momento in cui si profilano all’orizzonte della consapevolezza. Questi messaggi interiori innescano reazioni emotive, come la rabbia o la tristezza, o il desiderio di punire il coniuge. Per lo più le emozioni scaturiscono direttamente dalla situazione: non si presta attenzione ai pensieri fuggevoli che collegano la situazione alle emozioni e ai desideri. Imparando a conoscere i propri pensieri automatici si acquisisce maestria nel padroneggiarli perfettamente.

QUARTO PASSO: USARE LA TECNICA DEL REPLAY. Rivedere mentalmente l’evento che ci ha turbato aiuta a rivivere la situazione e a individuare l’evento che l’ha scatenato. L’interrogativo da porre è: “Che cosa sta avvenendo in questo istante nella mia mente?

QUINTO PASSO: VERIFICARE L’ATTENDIBILITA’ DEI PENSIERI AUTOMATICI. Per stabilire se i pensieri automatici siano esagerati è necessario rispondano a degli interrogativi:

  • che prove ci sono a favore e contro la mia interpretazione?
  • dalle azioni del mio partner seguono logicamente delle motivazioni fondate al suo comportamento?

SESTO PASSO: USARE RISPOSTE RAZIONALI. La risposta razionale, e non rimuginativa , valuta la ragionevolezza dei pensieri automatici. Trovare la risposta razionale aiuta a vedere i propri pensieri automatici in prospettiva: come reazione e interpretazione, non come la verità.

SETTIMO PASSO: VERIFICARE LE VOSTRE PREVISIONI. Portare la persona a verificare che le ipotesi fatte corrispondano alla realtà e non alla fantasia. “Che dati ho a conferma delle mie ipotesi?”.

OTTAVO PASSO: RICONFIGURAZIONE DEL RAPPORTO. Le valutazioni malevole attribuite al coniuge ingigantiscono le problematiche. La riconfigurazione consiste nel riconoscere in una luce diversa queste caratteristiche negative, valutare le alternative.

NONO PASSO: DEFINIRE LE PROPRIE DISTORSIONI. In questa fase si passa alla individuazione delle distorsioni cognitive che sono applicate ai pensieri.

Per concludere, dopo aver acquisito una certa esperienza nelle analisi delle proprie reazioni emotive è possibile capire che direzione potrebbe prendere la propria relazione.

Andare avanti e tollerare, o concludere scegliendo altro?

BIBLIOGRAFIA:

  • Beck, A.T. (2003). L’amore non basta. Come risolvere i problemi del rapporto di coppia con la terapia cognitiva. Astrolabio, Roma.