L’INCONTRO CON IL BAMBINO:

Il primo incontro avviene solamente con i genitori senza il coinvolgimento del bambino .
Questo primo colloquio ha lo scopo di affrontare il problema del bambino ripercorrendone le fasi ed evidenziandone le caratteristiche.
Successivamente si procede con due incontri diagnostico valutativi , nei quali verrà coinvolto il bambino senza la presenza dei genitori. Questi due incontri vengono solitamente vissuti dal bambino con tranquillità, i test somministrati sono adatti all’infanzia e non rappresentano motivo di stress o disagio.

La valutazione

Terminata la fase valutativa , il quarto colloquio sarà nuovamente solo in presenza dei genitori e avrà lo scopo di spiegare i risultati della valutazione e programmare se necessario un intervento psicologico.
Questo tipo di intervento implicherà sempre un coinvolgimento della famiglia che è attiva nel lavoro con il bambino, monitorandone il procedimento ogni 4 incontri.

Quando può essere utile?

Come nel mondo degli adulti anche nel mondo dei bambini sono presenti alcuni disturbi per i quali può essere utile consultare uno psicologo:

  • Disturbi della condotta
  • Difficoltà relazionali
  • Disturbi del comportamento
  • Disturbi d’ansia
  • Difficoltà di apprendimento
  • Paure e fobie
  • Disturbi dello sviluppo

Come capire se qualcosa non va?

L’apparato mentale dei bambini è ancora molto immaturo rispetto a quello di un adulto, per cui la capacità di esprimere un disagio, difficilmente passa attraverso la via della comunicazione verbale, di solito essi manifestano il proprio disagio attraverso veri e propri sintomi fisici, come nel caso dei disturbi d’ansia dove i bambini presentano spesso cefalea, vomito e mal di pancia senza che sia presente un reale riscontro medico di malattia.
In altri casi essi manifestano il loro disagio attraverso il comportamento, come eccessi di aggressività, paure immotivate, difficoltà ad addormentarsi e ad alimentarsi.
Questi sono segnali che vanno presi in considerazione dai genitori per capire se c’è effettivamente qualcosa che non va e se il bambino sta cercando di comunicarci il suo malessere.
Il prendere in considerazione tali segnali è già un primo passo verso la comunicazione, l’accettazione e la ricerca di una soluzione ottimale per il bambino e per la famiglia intera.

Ultimo aggiornamento (Sabato 29 Settembre 2012 14:39)