LAVORARE CON IL PREADOLESCENTE  E ADOLESCENTE

 

 

 

 

Non ci si può separare se prima non ci si è appartenuti.

Eppure si deve creare il corpo come si deve creare il resto del mondo prima di poterlo vedere.

(M. Milner)

 

L’adolescenza corrisponde ad una stagione e a un periodo della nostra esistenza. Per lo sguardo dell’adulto è sinonimo di cambiamento, trasformazione, passaggio...e inquietudine. Infatti, molto spesso i mass - media ci propongono un’immagine dell’adolescenza e degli adolescenti rigida, stereotipata e, all’estremo, patologizzata. Da questo “luogo comune “ monta l ‘allarme sociale e una preoccupazione generalizzata, sostenuta da un tam- tam mediatico che contagia tutto e tutti. Gli adulti , da parte loro, sono tentati dall’indifferenza e dalla preoccupazione, accrescendo così, la distanza (siderale) dall ‘universo giovanile che pure un tempo non troppo remoto, hanno abitato, vissuto, riempito di sé. Talvolta la distanza è colmata in fretta, per senso di colpa o facili pedagogie mistificanti, dalla vicinanza mimetica che annulla le differenze, le età, eleggendo a modello una pseudoadultità che è un buco nero, uno spazio senza tempo e un tempo senza spazi, senza memoria e senza ricordi.

 

 

 

Chi sono? ovvero la questione dell’identità

A proposito dell’adolescenza alcuni autori hanno utilizzato l’immagine di Giano bifronte, figura

mitica con una faccia rivolta verso il futuro ed una che guarda il passato. L’adolescente,

quindi, con un piede ancora nell’essere bambino e lo sguardo rivolto verso il domani, un passo avanti, un passo indietro, prima di trovare la strada.

 

Il colloquio

Come linea guida generale, il setting dei primi colloqui non dovrebbe essere rigidamente predefinito ma anzi, dovrebbe essere possibile adattarlo alla situazione pur non perdendo di vista il proprio scopo; secondo l’autore, infatti, l’adolescente ha un approccio e un modo di chiedere aiuto particolari, diversi da quelli degli adulti, e torna quindi più utile una malleabilità del contesto. Non scordiamoci che il compito dello psicologo è quello di “riuscire a costruire un campo relazionale, un’esperienza, in cui poco a poco il paziente si sentirà al sicuro quando parlerà delle sue fantasie, delle sue debolezze, delle sue capacità”

Il colloquio con gli adolescenti è diverso da quello con i bambini perchè rispetto a loro sono “relativamente” indipendenti dalla famiglia. Il loro sistema sociale si è ampliato e comprende i rapporti con i pari e le relazioni in ambito scolastico e/o lavorativo. Man mano che diventano sempre più indipendenti, i rapporti con la famiglia si modificano. I counsellor o gli psicologi devono rispettare le loro esigenze di autonomia ed evitare di coinvolgere la famiglia quando loro non vogliono, anche se a volte ciò può essere difficile proprio perche le famiglie faticano ad accettare i cambiamenti dell’adolescenza e vorrebbero partecipare e sapere. In altri casi il ragazzo è disposto a coinvolgere i familiari e allora si possono associare i colloqui con la famiglia al suo percorso personale.

Il colloquio con l’adolescente è diverso da quello con gli adulti perchè in genere quest’ultimo è relativamente libero di decidere e di scegliere senza farsi troppo influenzare dalla famiglia e da altre persone. Nella maggior parte dei casi gli adolescenti non hanno un pieno senso di autonomia personale e non sanno chiaramente fino a che punto possono scegliere per se stessi. Gli specialisti devono rispettare il dilemma evolutivo dell’adolescente che riguarda l’entità della loro capacità personale di scegliere per sè e di assumersi la responsabilità della propria vita.

Le esperienze d’ascolto e d’aiuto con gli adolescenti esprimono come si possa e si debba transitare a modalità relazionali tipiche del mondo adolescenziale sino a costruire “contesti relazionali il più vicini possibile al mondo esperenziale dell’adolescenza”. In altre parole significa essere abili nel passaggio da modalità solo verbali (colloqui) a modalità non verbali proprie dell’adolescenza come il gioco, l’espressione grafica, la narrazione; ma è anche il passaggio da relazioni individuali nelle quali il confronto e l’aiuto deriva dall’interloqutore adulto, a relazioni di gruppo dove l’aiuto giunge dal gruppo.

E' difficile poterti fornire una visione esaustiva della psicopatologia in età adolescenziale vista l'ampia gamma di disturbi che possono caratterizzare questa età. Tra i principali ti ricordo:

  • DISTURBI DELL'IDENTITA' DI GENERE (GID): il soggetto si identifica con il sesso opposto e prova disagio nell'appartenenza al proprio sesso, presenta difficoltà ad adottare comportamenti conformi al ruolo di genere manifestando comportamenti cross-gender. Questi soggetti presentano un rischio più elevato di deterioramento psichico, abuso di sostanze, depressione, suicidio, difficoltà sociali.
  • DISORDINI ALIMENTARI: rientrano in questa categorizzazione l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa e i disturbi parziali, quest'ultimi sono disturbi alimentari che non presentano tutte le caratteristiche che riguardano le prime due classificazioni.
  • DISTURBI DELL'IDENTITA': i ragazzi non riescono ad acquisire un chiaro senso di definizione di sè, di unicità personale e di autoaccettazione. Tale processo di integrazione può essere bloccato da una disorganizzazione evolutiva.
  • DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS: rappresenta un disturbo d'ansia che si verifica in seguito ad un evento stressante. Risulta complesso riuscire a definire chairamente questo disturbo visto gli eventi traumatici che possono determinarlo sono molteplici e le reazioni che i soggetti hanno di fronte a determinati eventi sono variabili.
  • DEPRESSIONE: in fase adolescenziale tale disturbo risulta spesso legato a diversi fattori biologici, psicologici e sociali. Tra i sintomi che potrebbero aiutarci ad identificare la depressione potrebbero essere indice di depressione troviamo il rallentamento psicomotorio, l'ipersonnia, l'anoressia, la noia, l'astenia, l'auto e etero aggressività.
  • DISTURBI D’ANSIA, ATTACCHI DI PANICO CON O SENZA AGOROFOBIA
  • ANSIA SOCIALE
  • PROBLEMI SCOLASTICI

 

Ultimo aggiornamento (Domenica 07 Ottobre 2012 00:27)